IL TEATRO DELL'OPPRESSO
DI AUGUSTO BOAL
INTRODUZIONE AL TEATRO DELL'OPPRESSO
Il Teatro dell’Oppresso (TDO), noto come Teatro do Oprimido in Portoghese, è un metodo teatrale che comprende diverse tecniche sviluppate dal regista brasiliano Augusto Boal.
L’obiettivo principale di questo approccio è fornire strumenti per promuovere cambiamenti a livello personale, sociale e politico per chiunque si trovi in situazioni di oppressione.
Una delle tecniche specifiche di questo metodo è l’Arcobaleno del Desiderio, che rappresenta una raccolta sistematica delle tecniche del Teatro dell’Oppresso applicate alla realtà europea. In questa forma teatrale, gli spett-attori sono guidati verso la liberazione da vincoli e repressioni derivanti da ingiuste strutture sociali, identificate da Boal con il termine “flics” (poliziotti).
In un contesto europeo, dove i bisogni materiali sembrano essere soddisfatti, l’oppressione assume tratti psicologici. I “poliziotti” esercitano il loro ruolo di sorveglianza o repressione in modo più persuasivo e sottile, agendo nella mente di ognuno di noi.
Secondo la provocatoria proposta di Boal, il teatro diventa un efficace mezzo per liberarsi dai “flics” che si manifestano nella sfera mentale. La sua funzione terapeutica trasforma il disagio senza nome degli spettatori in un desiderio incomprensibile di liberazione, organizzato direttamente sulla scena.
In questo modo, con l’aiuto della tecnica del “Teatro per Immagini”, si conferma come uno strumento di cambiamento sociale unico e fecondo.
“Il teatro è una forma di conoscenza. È attraverso il teatro che conosciamo la vita, le persone, l’uomo e il mondo.”
― Augusto Boal